Fedele allo spirito della riforma “in capite et in membris”, Francesco di Sales inizia dalla sua persona e dalla sua casa la santificazione della sua diocesi. Il suo tenore di vita è semplicissimo. E’ un povero: povero di risorse personali, ha abbandonato ai suoi fratelli tutto il suo patrimonio; povero di risorse episcopali, il suo vescovado gli rende annualmente solo mille scudi d’oro; povero perché moltiplica le elemosine in pubblico e segretamente; povero perché lo vuole … per vivere come gli apostoli.
Il personale della sua casa è ridotto al minimo più stretto, la sua tavola è frugale, i suoi abiti puliti ed aggiustati molto de-centemente, ma destinati a durare a lungo; nella casa, la più grande che ci sia ad Annecy, che nel 1610 Antonio Favre mette a disposizione del vescovo, egli si riserva una cameretta modestissima. “Andrò tutto il giorno in giro” egli dice, “in qualità di vescovo di Ginevra, e mi ritirerò alla notte in qualità di Francesco di Sales”. Non tiene carrozza e cavalli.
Quantunque fosse innalzato ad una dignità tanto alta come quella vescovile, non si blandiva nel suo modo di vivere, come fanno molti. Osservava rigidamente l’astinenza e il digiuno e molto spesso si dava la disciplina a sangue. E soprattutto prega: al mattino fa meditazione per un’ora, si riserva ogni volta che gli è possibile, secondo le risoluzioni prese al momento della consacrazione, due ore per lo studio, uno studio che è sempre, in qualche modo, una preghiera: recita con grande devozione l’uffizio, sia in ginocchio che camminando. Dice messa ogni giorno verso le nove, generalmente nell’intimità del suo oratorio, in vescovado; gli piace però “nei giorni detti di devozione”, ritrovare il suo popolo e celebrare in una chiesa o in una cappella di Annecy.
Ha il gusto della bella liturgia e, se officia pontificalmente, si mostra severo nell’osservanza delle rubriche. Ai suoi occhi la messa è il culmine della devozione particolare e del culto pubblico; celebrarla, e celebrarla bene, è il suo primo dovere di pastore. Allora incominciano per lui “i lavori e le traversie”. Per lui, però, agire vuol ancora dire far meditazione, poiché significa unirsi in profondità alla volontà di Dio.
(da ‘San Francesco di Sales’ ed. LDC, Leumann TO, 1967 p. 63)
Che grande santo! Mi chiedevo come mai non l’avevi inserito nel tuo elenco nel post precedente 😉
Dicono di lui che fu buono e generoso, di temperamento mite ma capace di slanci di cuore molto forti. Pare che una volta, di fronte ad una provocazione abbia detto: “Volete che in un quarto d’ora io perda quel poco di mitezza che mi sono acquistato in vent’anni a prezzo di tante fatiche?” 🙂
E’ il patrono dei giornalisti e lo è anche per tutti quanti operano con mezzi di diffusione di massa, per il fatto che egli stesso si adoperò in tal senso inventando quello che oggi possiamo chiamare “volantinaggio”: scriveva infatti dei messaggi religiosi su dei foglietti, che poi provvedeva a far scivolare sotto gli usci delle abitazioni, o incollandoli ai muri.
I suoi scritti, tra cui il “FILOTEA” e “Il Trattato dell’amore di Dio”, chiari e facili da leggere, sono considerati due classici della letteratura ascetica e, nel 1923, gli hanno meritato il titolo di dottore della Chiesa.
Molti accusano la Chiesa di essere ricca sfondata. Non lo è. Non proprio, sebbene non sia certamente povera. Chiunque sia mai stato a piazza San Pietro a Roma e abbia visto un principe della chiesa uscire da una Mercedes nera targata Vaticano potrebbe digerire poco facilmente, e comprensibilmente, questa scena. Tuttavia anche sulla ricchezza della Chiesa Cattolica di solito si esagera. Per esempio si dice che il Vaticano navighi nell’oro ma il suo budget annuo è inferiore a 400 milioni di dollari. In confronto quello dell’Università di Harvard è di 3 miliardi di dollari. Il portfolio del Vaticano in titoli, obbligazioni e proprietà immobiliari, arriva all’incirca a 1 miliardo di dollari. Se vogliamo fare un paragone leggermente stravagante, Forbes ha stimato che Oprah Winfrey, da sola, vale 2.5 miliardi di dollari. I grandiosi tesori artistici del Vaticano, per esempio “La Pietà” di Michelangelo, sono letteralmente senza prezzo; sono elencati nei libri del Vaticano a un valore di 1 euro ciascuno perché non potranno mai essere venduti o prestati.
Nel mondo, le diocesi e le parrocchie talvolta sono grandi proprietari terrieri, e la chiesa gestisce una vasta rete di scuole, ospedali e centri di servizi sociali. Tale infrastruttura può generare dei numeri che possono impressionare. Nel 2006 il reddito annuo dei programmi cattolici negli Stati Uniti giunse a 102 miliardi di dollari. Tuttavia la maggior parte di questi programmi o pareggiano appena o addirittura vanno in rosso, in parte perché spesso vengono realizzati per popolazioni dal basso reddito e per le minoranze. Fuori dall’Europa e dagli Stati Uniti la maggior parte delle diocesi e delle parrocchie tirano avanti con budget da quattro soldi, per non parlare dei missionari che spesso vivono in aree remote in disperata povertà.
I cattolici “dal papa in giù” suggeriscono periodicamente che la Chiesa adotti una maggiore “semplicità” ed è giusto aspettarsi che qualsiasi organizzazione che chiede giustizia per i poveri poi metta in pratica ciò che predica. Ma credere che ci siano borsoni di denaro ammassati in qualche segreta del Vaticano (quello che credono molti in Italia) è comunque una immagine ingannevole. Semplicemente non ce ne sono.
what a heritage we have…..we are Heirs of God…..so why limit God…….who supplies everything……..if the Vatican has pots of money…all well and good…..God is our supplier…..
I am glad to be God’s heir…….(smiley face)
Scopro oggi questo blog molto piacevole.
Tutti i santi sono state persone straordinarie che ci hanno detto chiaramente che vivere insieme a Cristo è possibile.
P.S. sul discorso delle ricchezze del Vaticano si usa spesso un metro di giudizio errato e l’ignoranza fa da padrona. Ho scritto un post tempo fa, mi pare fosse questo:
http://seraphim.splinder.com/post/19229820
Hello Gabriella,
I have no idea what this says, but I’m sure it’s lovely!
Ahime’ – penso che pochi vescovi e ancora meno giornalisti vivono seguendo l’esempio di questo grande santo.
Sono certa che qui in Australia molti giornalisti e persone che operano con mezzi di diffusione di massa non lo hanno mai sentito nominare, e figuriamoci se sanno che San Francesco di Sales e’ il loro patrono!
I giornali e le riviste fanno venire i brividi (la stragrande maggioranza di inclinazione atea o pagana) – quanti articoli si leggono che disprezzano la Chiesa Cattolica, la deridono, la criticano, dicono ogni sorta di male !! e non solo la Chiesa Cattolica, ma la Cristianita’ in generale e tutte le altre religioni comprese. La Chiesa Cattolica in particolare sembra sia la piu’ odiata e disprezzata di tutte.
Vorrei vedere, sentire, e leggere piu’ articoli scritti dai nostri vescovi e padri in risposta a tanto disprezzo e odio … ogni tanto farebbe bene se questi giornali pubblicassero una “voce diversa” per il bene soprattutto dei giovani.
Qualche volta cerco di dire la mia, ma spesso i miei commenti non vengono nemmeno pubblicati – la mia e’ una piccolissima voce che si sperde nel deserto –
Ieri, ad esempio, ho letto un articolo su uno dei maggiori quotidiani di Melbourne “The Age” che cominciava cosi’:
“Che meraviglia ritrovarsi difronte alla dannazione eterna con un bel bicchiere di vino rosso in mano ….” (traduzione mia dall’Inglese). La scrittrice e’ un’atea con un odio incredibile verso la Chiesa – c’e’ da rabbrividire!
Penso che questo paese, piu’ di ogni altro, ha urgente bisogno di missionari … o almeno di qualche voce autorevole proveniente dalla Chiesa che si facesse sentire piu’ spesso.
Grazie e saluti a tutti.
Mary, it is good post on St. Francis de Sales and people now talking about if today bishops follow his good example 🙂
Bellissimi i chiarimenti di Federico e Hayalel – veramente molto belli e necessari oggi quando la massa, come pecoroni, va ripetendo sempre la solita solfa ‘se la chiesa vendesse il suo oro non ci sarebbero poveri’…..
Hai ragione, Cinzia, e purtroppo anche qui le cose non stanno per niente meglio 😦 Abbiamo anche dei comici che pensano di fare ridere prendendo in giro la Chiesa e il Papa in TV! 😦
In tutto questo sfacelo sono anch’io dell’avviso che i vescovi e i preti dovrebbero fare sentire di più la loro voce….. ma noi, piccole voci che urlano nel deserto, non dobbiamo mai smettere, OK? 🙂
Okay Mara – non la smettero’ … a costo di diventare la pecora nera di tutta Melbourne!! 🙂
Ciao e grazie
I vescovi sono i successori degli Apostoli. Sono nominati dal S. Padre, successore di Pietro, ed in comunione con Lui reggono la Chiesa di Cristo, trasmettono la fede rivelata, presiedono alla Carità, sono i pastori buoni.
E’ vero che ci sono vescovi disubbidienti, in cerca di potere, gradassi, e peggio ancora, che non credono nella ‘divina presenza’ ma, grazie a Dio, ce ne sono molti altri, sant’uomini, che cercano di seguire Cristo e guidare i loro sacerdoti con amore e saggezza.
Il mio è fantastico. Ha molto aiutato i molti fedeli che anelavano alla Messa di tutti i tempi e ora nella nostra diocesi offriamo questa bellissima Messa tutte le domeniche in una chiesa strapiena. Fossero tutti come lui!
Preghiamo sempre per i nostri vescovi.
In effetti, uno dei temi certamente più suggestivi che preoccupano cattolici e non cattolici, è l’apparente ricchezza del Vaticano. Dico apparente e lo sottolineo, perché è proprio così. Da un punto di vista meramente storico sicuramente il Vaticano è molto ricco, ma quei beni appartengono a tutta l’umanità, sono patrimonio dell’umanità. Non si può non pensare alla statua della Pietà contenuta ed ospitata nella Basilica di san Pietro. Teoricamente vale miliardi, ma – come spiega anche Federico – in vero non ha prezzo e nessuno, anche l’uomo più ricco e famoso della terra, può vantare diritti patrimoniali su di essa. Ci sarebbero fior di miliardari in tutto il mondo, disposti a comprarla, sborsando tanti euro, ma non si può né vendere, tanto meno comprare..
Il Papa, per esempio, vive in un modo molto, ma molto austero. Chi vi scrive ha avuto la benedizione di entrare e di visitare il suo appartamento, certamente un palazzo..
..bellissimo, ma anche questo di proprietà dell’umanità.
Il Pontefice si ciba di piatti ordinari e comuni e frugali, ricordo che Giovanni Paolo II ha persino venduto oggetti suoi personali (quindi non appartenenti all’umanità) per ricavare denaro e così aiutare economicamente i poveri della terra.
Perciò, prima di emettere giudizi severi e spesso infondati, invitiamo coloro i quali criticano la Chiesa ad informarsi con maggior rigore per non cadere in idee false, sbagliate e vittime di assurdi pregiudizi.
Vi abbraccio tutti.
Mancanza di mezzi? E’ proprio lì che agisce il Signore. Al Signore infatti piace,in virtù della Sua onnipotenza,servirsi dei più umili,come nel caso di S.Francesco di Sales. Ed è proprio nell’umiltà che si nasconde,anzi che agisce la potenza di Dio. Ciò che è apparentemente più debole di fronte agli occhi degli uomini e al pensiero strettamente umano è in realtà più grande nel pensiero di Dio. E’ così che funziona. Maria ad esempio,la più umile,ma la più alta e potente tra le creature.Non mancano gli esempi biblici come Davide e Golia.
La storia della Chiesa cattolica,anche recente, è ricca di esempi come S.Francesco di Sales. D’altra parte l’intimità e la conoscenza di Gesù sprigiona quel desiderio intimo di seguirlo in tutte le cose. La povertà volontaria e,ancor di più,il desiderio di sofferenza ha riguardato diversi santi. Si pensi ad esempio a S.Giuseppe Moscati,che,totalmente innamorato da Cristo Gesù,oltre a guarire gratuitamente i malati poveri e abbandonati di Napoli,perdendo la reputazione tra i colleghi e conoscenti,vendeva tutto ciò che poteva,anche i quadri della sua abitazione, per aiutarli anche economicamente. O si pensi,come ha detto Don Alfredo, a Giovanni Paolo II che regalava,anche in giovane età e prima di diventare sacerdote o Papa,gli indumenti che aveva in più a chi non ne aveva ecc… Davvero delle testimonianze forti… E ricordiamo sempre che ciò che è piccolo è in realtà ciò che è più grande…infatti come è scritto nella Bibbia “le vostre vie non sono le mie vie,i vostri pensieri non sono i miei pensieri”. A lode e gloria di Dio.
Gabriella, any chance you could offer an English translation on this one? I would so love to read it! St. Francis de Sales is my favorite saint! What are you saying about him?
La Filotea, mi ha tenuto lungamente compagnia.
Rimane nel mio patrimonio spirituale.
Non riesco a capire, come mai i tuoi avventori si interessino di dissertare sulle possibili ricchezze del vaticano.
Sono ben altri i problemi del vaticano con il suo mondo curiale separato dal mondo da uno dei più alti muri del mondo.
Non mi ha mai creato problema il patrimonio di opere conservate in vaticano. Nonostante tutto, fanno la stessa opera grandemente umana che fa il Louvre di Paris, conservare la memoria storica degli uomini. E questo è fondamentalmente bene.
In Francesco di Sales,
è importante la capacità di direzione spirituale di cui il Signore gli fa dono.
Rimango molto perplesso nel vedere che in questa epoca storica,
sono in molti a forzare visioni liturgiche,
quando la sostanza è la vita spirituale,
è su questo che si distende il lavoro di Francesco.
Non viene prima la “liturgia” dei riti, che è pura “religo” che viene dall’uomo,
viene prima l’incontro e la comunione spirituale con Cristo e nella Chiesa.
La preghiera è liturgia.
Le ritualità sono solo un aspetto della liturgia.
C’è un gran fraintendimento sulla liturgia.
Io e tanti fratelli, siamo abituati a pregare con la liturgia delle ore, dall’Ufficio delle letture alla Compieta,
eppoi ci sono tante espressioni di liturgia.
Credo che il discorso sulla liturgia stia prendendo una piega strumentale solo per fare alcune affermazioni di parte.
Mai come in questi ultimi 5 anni, la parola “liturgia” viene nominata con intenzioni politiche, nella pia illusione di ritornare ad un mistero dell’incomprensibile e del totalmente lontano.
Per quanto mi riguarda, pregare tutti i giorni con la liturgia divina, mi aiuta ad avere un mondo liturgico molto più ampio, dove la liturgia è parte della comunicazione nelle proprie fanciullesche espressioni con l’aiuto di Davide con il buon Dio.
Se non diventerete come bambini….
questo mi frulla sempre per la testa quando mi metto davanti a Lui.
Con stima
Matteo
Grandissimo San Francesco di Sales! Più leggo di lui, più lo stimo… un giorno devo decidermi ad avviare la Filotea…
Per il resto, complimenti per il blog, e grazie del passaggio.
Lorenzo
Hi Anne, I’m always happy when you pay me a visit 😉 even though I’m not always able to answer each comment singly for reasons you know …
I quote a paragraph from St. Francis de Sales’ biography where it describes his humility, his day full of prayer and meditation, how he lived very frugally (his clothes were worn out but always clean and well kept), using only a small room in a big house offered to him by a rich man of the place and how he loved the liturgy and strictly followed the rubrics, and how he always put Jesus first … and since he was bishop of the diocese of Annecy (Switzerland), I ask myself: “Are our bishops the same”? (that’s the title of the post) 🙂
I’ve just written one in English on a different subject and as I was typing, your job came to mind – God bless you!
Vi ringrazio tutti di cuore e vi leggo sempre con molto interesse perchè ho sempre creduto che ascoltare quello che cerca di dire il nostro prossimo è fonte di conoscenza 🙂
Incompiutezza, c’è stato un bel scambio di parole sulle ricchezze del vaticano senz’altro stimolato dal titolo del mio post.
La vita spirituale di tutti i grandi santi non è mai stata distinta dalla liturgia e poi, sono d’accordo … Omnes –ismi sunt malignantis naturæ. 😉
Il tradizionalismo, come il progressismo sono ambedue “piaghe” della Chiesa. Il tradizionalismo è totalmente altro da un sano amore alla Tradizione ma questa parola viene oggi molto usata per distinguere i seguaci del Papa e della dottrina della Chiesa “in toto” dai Cattolici progressisti, o “adulti”, o “fai da te”.
Un buon Cattolico, se si ritiene tale, non può non essere amante della Tradizione. La Tradizione Cattolica, infatti, è parte integrante del patrimonio della Chiesa, patrimonio comune a tutti indistintamente, senza che essa appartenga a ben determinati gruppi.
Il nostro culto è Cristo nella sua divino-umanità , è Lui che ha introdotto nel mondo l’inno di lode al Padre. Perciò in essa egli è presente: lo Spirito rende possibile il suo sacrificio, in quanto egli, risorto, è entrato nel tempo una volta per sempre. Come dice la liturgia bizantina egli è “l’offerente e l’offerto, il recipiente e il dono”, perché “niente nel suo essere o agire è passato per sempre, eccetto le modalità storiche della sua manifestazione”
Bisogna pensare a questo quando si parla di ‘escatologia’ nella liturgia e della presenza reale da adorare nei Doni eucaristici. E’ in Lui stesso, l’Unico, l’unicità dell’atto di culto della parola e dell’eucaristia.
La memoria di Cristo si fa ogni domenica e ogni giorno dell’anno, sicché la liturgia non è una rappresentazione fredda e priva di vita degli eventi del passato o un semplice e vuoto ricordo di un tempo passato. Ma piuttosto Cristo stesso sempre vivente nella sua Chiesa – La presenza di Cristo cambia nel suo essere l’uomo, toccando e santificando tutti i momenti della vita, unendo gli uomini e proponendo la Chiesa quale segno di salvezza che raccoglie i dispersi. Dunque, si capisce meglio la celebre frase che la liturgia è “fonte e culmine”.
Il problema che poni tu è lo stesso che discuteva Casel e quando papa Wojtyla ripeteva incessantemente che “la Chiesa fa l’Eucaristia”, ma ancora di più “l’Eucaristia fa la Chiesa”, non faceva che riecheggiare l’intuizione caseliana, peraltro del tutto in linea con la grande Tradizione ecclesiale.